Un fortunato che ha potuto lavorare a fianco di ciclisti Elite, sia in ambito maschile che femminile, che ha potuto conoscere il magico e stregato mondo della bicicletta.
Durante gli ultimi anni del primo decennio dei duemila, un caro amico, che già prestava la sua professionalità ai ciclisti Elite, mi lasciava in carico la gestione del suo punto vendita di biciclette, si parla del 2005-2009… gli anni del dopo Pantani che ebbe il merito di aver Risvegliato la passione di fuoco per le due ruote – naturalmente non si dimenticano, in ordine sparso, Ivan Gotti (Re del Mortirolo), Paolo Savoldelli (Il Falco di Rovetta… considerato ancora oggi il miglior discesista), Claudio Chiappucci (El Diablo), Gianni Bugno, Paolo Bettini, Alessandro Ballan, Mario Cipollini, Ivan Basso giusto per citarne alcuni – e da lì, approdai al ciclismo Woman Elite operando con la “Bigla Office” che annoverava tra le sue atlete Nicole Braendly, Noemi Cantele, Jennifer Hole, Veronica Andreasson al servizio del manager Fritz Boesch e fianco del mio DS Felice Puttini (ex campione svizzero); seguì una pausa forzata di 5 anni e poi nel 2014, il ciclismo Elite Man ha bussato alla mia porta, mi chiamarono dapprima per assistere al Team21 (progetto Continental russo a fianco di Piotre Ugrumov) ed in seguito ho avuto la fortuna di lavorare per una squadra Professional russa -inizialmente RusVelo Colnago e fino al mio congedo GazProm Rusvelo- grazie alla fiducia ripostami dal manager (tutt’ora lo è) Renat Khamidulin (Спасиьо всегда вольшое Ренать – SEMPRE GRAZIE RENAT) e da un caro amico Alexandr Efimkin (uno dei due gemelli del professionismo).
Il mondo dei prof, come comunemente si dice, è un altro pianeta, tutto va veloce, tutto è veloce, tutto è grande infinito immenso, tutto è colorato, tutto è difficile difficilissimo complicato, tutto quello che accade “di là” non si ha nemmeno il tempo di raccontarlo perché alla fine del racconto, tutto è già vecchio e si è pronti per una nuova stagione… ritiro, visite mediche, posizioni biomeccaniche, sponsor, amici, avversari, nemici di ruota, mezzi, adesivi, massaggiatori, cibo, foto, infortuni, corse, corse, corse, corse e notti svegli a raggiungere le location del giorno dopo, il Belgio, la pioggia, il freddo, il fango, il pavee, la Toscana, le Strade Bianche -nooo, piove, le strade infangate Bianche-, il giudice di corsa che chiama “foratura” oppure sperare che il tuo corridore non sia nel gruppone che si è arruotato, Il Giro, i campionati Nazionali, i Mondiali, gli Europei, le corse in Russia, in Spagna, in Portogallo, le multe… OGNI COSA CHE SUCCEDE DI LA’ TI REGALA LACRIME E GIOIA e “Non è da credere che tutto sia così immediato”.
Già, “Non è da credere che tutto sia così immediato e facile”, l’applicazione e l’apprendimento non sono sufficienti per acquisire determinate malizie esecutive… servono tempo e dedizione, fatica e sacrificio, amore ed odio ma soprattutto serve essere SPORTIVI, praticanti, che nel nome del piacere che questo sport offre, adottano uno stile di vita.
Lo sport non è solo allenamento, che è dare un metodo e fare ordine (Fabrizio Tacchino), è uno stile di vita e deve essere tutto in equilibrio.
Gambe, braccia, collo, spalle, testa, piedi, dita, mani… tutto deve funzionare armonicamente ed è un dare/avere e questo dare/avere trova la sua espressione nel termine “ergonomia” ovvero la scienza che si occupa della relazione del lavoro umano in rapporto alle macchine per individuare le soluzioni più idonee alle esigenze psicofisiche.
Nascono le discipline che studiano queste interazioni ed una di queste, per il ciclismo, si chiama Biomeccanica; non esiste una soluzione universale per tutti, una giacca taglia 48 calzerà approssimativamente su spalle simili ma la stessa in mano ad un sarto, diverrà una seconda pelle… lo stesso accade per le taglie della bicicletta.
Individuata la propria taglia, serve il lavoro certosino ed attento di chi può adattare la bici alla persona attraverso regolazioni, modifiche ed interventi che, non sono universali per tutti; tacchette, scarpe, altezza sella, arretramenti, manubrio, inclinazioni, misure e misure che, come gli spilli del sarto, profilano il risultato finale: un vestito perfettamente idoneo alla nostra forma, la Prevenzione di battere i dolori sul tempo, il risultato è Questione di Fitting e la tua bici Comoda coma la tua poltrona.